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Diagramma dell'Albero Genealogico : Di Prampero

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Statura: 171.5
Torace: 80
Occhi: GRIGI
Dentatura: SANA
Colorito: BRUNO
12 May 1880 21 Jan 1947 Lodovico Vittorio Antonino Francesco Di Prampero 66 66 Tratti Somatici
Statura: 181
Torace: 86
Occhi: CR
Dentatura: GUASTA
Colorito: PALLIDO
Segni particolari: CICATRICE AL SOPRACIGLIO SINISTRO
1 Apr 1836 27 Dec 1920 Antonino Di Prampero 84 84 Titoli nobiliari
Conte,
Nobile di Udine
Nobile parlamentare del Friuli
Signore di Gemona, Prampero e Ravistagno.
Titoli di studio:
Laurea in giurisprudenza (1)
Scuola militare
Presso:
Università di Bologna (1)
Scuole militari:
Accademia militare di Ivrea
Professione:
Militare di carriera (Esercito)
Altre professioni:
Possidente
Carriera:
Tenente (Regno di Sardegna) (1860)
Capitano (1863)
Tenente colonnello (1881)
Colonnello nella riserva (1895-1901)
Cariche politico - amministrative:
Sindaco di Udine (1871-1878) (1900-1901)
Segretario del Consiglio provinciale di Udine (1872)
Vicepresidente del Consiglio provinciale di Udine (1874-1886)
Presidente del Consiglio provinciale di Udine (1887-1892)
Sindaco di Tavagnacco (Udine) (1892-1894)
Cariche amministrative:
Consigliere comunale di Udine (1867)
Assessore comunale di Udine (1867)
Consigliere provinciale di Udine (1869)
Consigliere comunale di Tavagnacco (1876)
Consigliere comunale di Magnano in Riviera (1882)
Cariche e titoli:
Vicepresidente del Comizio agrario di Udine [1873-1881ca]
Colonnello della Guardia nazionale di Udine (1866)
Ufficiale d'ordinanza onorario di SM il Re (1866)
Ispettore per gli scavi e monumenti del Friuli (1887-1904)
Presidente del Consiglio superiore del catasto (1900)
Membro della Commissione d'inchiesta sull'andamento della Biblioteca del Senato (ottobre 1902-23 febbraio 1903)
Socio della Società geografica italiana (1868)
Socio corrispondente della Consulta araldica (1871)
Socio della Deputazione di storia patria [per le Venezie] (1880)
Socio ordinario dell'Accademia di Udine (1858)
Socio onorario della Deputazione di storia patria [per le Venezie] (1897)
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da: http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/prampero-di-antonino/
PRAMPERO (DI) ANTONINO (1836 - 1920)
amministratore pubblico, senatore, patriota, studioso
Esponente della famiglia castellana che ebbe voce nel General Parlamento del Friuli, figlio di Giacomo e di Vittoria Tartagna, nacque a Udine sotto il dominio austriaco nel 1836. Dal 1844 fu convittore a Monza nel collegio dei barnabiti e dal 1853 a Milano frequentò i corsi della Facoltà politico-legale di Pavia e, assecondando i suoi spiccati interessi, lezioni di fisica, chimica e agraria. Si laureò in giurisprudenza nel 1860. P. rafforzò nell’ambiente lombardo, manifestamente ostile all’Austria, quei sentimenti di italianità acquisiti in famiglia che gli consentirono, nei lunghi anni di vita, di dare incessantemente il suo contributo di soldato, di politico, di studioso alla formazione dell’unità d’Italia e all’ammodernamento della società. Uomo di carattere aperto, mente dinamica e poliedrica, ferma volontà, guardando al Piemonte di Cavour con i patrioti milanesi, tra cui gli amici dal Verme, del Majno, Ulrich, Melzi, Borromeo e Nievo, si preparò alla riscossa nazionale, veicolando notizie, progetti ed idee (anche mediante le redazioni de «Il crepuscolo» di Tenca e, dal 1860, de «La Perseveranza» di Valussi) tra la Torino sabauda (dove l’Antonini raggruppava gli esuli politici) e i cospiratori della sezione quinta del comitato friulano, incentrato su casa Kechler. Nel 1859, lasciata di nascosto la terra natìa, fu uno dei primi friulani ad arruolarsi nell’esercito sardo e a partecipare come allievo della scuola militare di Ivrea alla campagna in Lombardia. Partecipò poi, sottotenente di fanteria e aiutante di campo del generale Cialdini, alla campagna del 1860-1861 meritando la medaglia di bronzo, quella d’argento al valor militare per la battaglia di Castelfidardo e la menzione onorevole per l’assedio di Gaeta. Nel 1863-1865 partecipò a varie missioni per rilievi topografici in Romagna, che lo portarono ad incarichi militari più elevati e all’approfondimento di conoscenze meteorologiche, matematiche e statistiche, che in seguito utilizzò, interloquendo con specialisti quali Taramelli, Marinelli, Bodio, sia per pubblicazioni scientifiche, sia in politica come strumenti tecnici di appoggio all’azione istituzionale. Con Cialdini, comandante supremo dell’esercito italiano, nel 1866 entrò in Udine, dove fu nominato colonnello della guardia nazionale e ufficiale d’ordinanza onorifico del re. In quell’anno, annesso il Veneto all’Italia, P. lasciò il servizio attivo nell’esercito e iniziò come deputato del collegio di Udine a riversare doti ed esperienze nel rafforzamento dello Stato. Prendendo a modello Cavour, Sella e Crispi, senza mai rinunciare ai propri convincimenti di liberaldemocratico, P. continuò il suo impegno pubblico in Friuli. Ricoprì vari incarichi amministrativi: sindaco di Udine e di Tavagnacco, fece parte del consiglio provinciale per qualche decennio anche come presidente. Divenne senatore nel 1890. Come politico, interagì per la soluzione di problemi locali, nazionali ed internazionali, dialogando con i Paesi esteri (la Romania per l’emigrazione agricola), anche se avversari (l’Austria per la costruzione della ferrovia Pontebbana). Il suo operato toccò vari ambiti dell’organizzazione dello Stato e in particolare la revisione della legge elettorale, dell’anagrafe, dello stato civile. Tra i più significativi riconoscimenti, oltre a numerosi incarichi onorifici in enti e società, P. ebbe nel 1871 la cittadinanza onoraria del comune di Roma, la medaglia di bronzo per le pubblicazioni statistiche dal Ministero del commercio, industria e agricoltura, e quella d’argento per il censimento della popolazione (ottenuta anche nel 1873 e 1882). Ebbe le più alte onorificenze dell’ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e dell’ordine della Corona. Nel periodo friulano fondò le basi per la continuità della propria famiglia (il matrimonio del 1875 con Anna Kechler e la nascita di sei figli). Mise in opera in loco le strutture atte allo sviluppo – anche umanitario e culturale – e alla salvaguardia del territorio (ad es. Consorzio Ledra-Tagliamento, Consorzio per la difesa della sponda destra del Torre, Associazione agraria, comitati esposizioni regionali ed internazionali, Croce Rossa Italiana, Ospedale, Istituto esposti e maternità, Società di mutuo soccorso ed istruzione degli operai, Società Dante Alighieri), senza trascurare peraltro studi scientifici nel campo storico-documentario, legislativo, matematico, che diramò a sue spese nelle sedi più qualificate (nel 1911 l’Enciclopedia Britannica citò il suo Saggio di tavole dei logaritmi quadratici del 1885). Per il congresso internazionale geografico di Venezia del 1881 redasse il Saggio di un glossario geografico friulano dal VI al XII secolo, opera che per la prima volta in Italia raccoglieva le principali documentazioni dei nomi di luogo di un’intera regione. Allo scoppio della prima guerra mondiale P., ormai addentro negli anni, si allineò al pensiero di Salandra e, dapprima prudente, divenne interventista quando vide posti in gioco valori per lui irrinunciabili, per la diffusione dei quali si era speso attraverso svariati comitati commemorativi del Risorgimento, scritti e conferenze personali. Non se ne pentì anche se nel conflitto perse due figli, Bruno e Bianca, seppe ferito il figlio Carlo e disperso per tre anni il figlio Francesco, e con la presidenza a lui affidata del Comitato di patronato per i profughi friulani ebbe l’onere di seguirne i tristi casi sparsi per l’Italia. Festeggiò invece nel 1918 la vittoria con il primogenito Giacomo che, pur non armato per limiti di età e di salute, grande ruolo ebbe nella difesa delle terre invase. Motu proprio del re, P. fu decorato alla memoria dei figli ed ebbe la vicepresidenza del Senato, dove nel 1919, alla vigilia della conferenza di Parigi, fu primo firmatario di un ordine del giorno a sostegno dei delegati italiani per il riconoscimento in quella sede dei diritti dell’Italia di sedere al tavolo internazionale, con fede nell’avvenire della patria. P. morì a Roma il 27 dicembre 1920, donde con grandi onori fu portato a Udine, e qui sepolto.
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Marisanta de Carvalho di Prampero 
11 Jun 1855 Anna Kechler figlia di CARLO e CHIOZZA ANGELA  25 Dec 1880 8 Dec 1915 Bianca Natalia Di Prampero 34 34 La contessina udinese Bianca di Prampero (1880-1915) condusse una vita esemplare. Attiva in molte associazioni benefiche, frequentò la scuola per allieve-infermiere volontarie conseguendone il diploma nel 1909. Venne immediatamente impiegata come infermiera volontaria sia presso gli ospedali territoriali che nei posti di soccorso ferroviari. Addolorata nell’animo per la morte di un fratello sul campo di battaglia, per il timore nei confronti della sorte degli altri tre al fronte, ed indebolita nel fisico, continuò ad operare in maniera instancabile fino alla morte per polmonite, che la colse il 1° Dicembre del 1915.
(da: http://www.movio.beniculturali.it/saas-erbo/civilisoldatieroi/it/51/contessina-bianca-di-prampero)
26 Sep 1892 15 Nov 1915 Bruno Vittorio Di Prampero 23 23 Tratti Somatici
Statura: 167
Torace: 80
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: BRUNO
25 Feb 1882 Carlo Gaetano Di Prampero Tratti Somatici
Statura: 169
Torace: 83
Occhi: NERI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
17 Apr 1884 Francesco Roberto Di Prampero 26 Jul 1876 1953 Giacomo Carlo Di Prampero 77 77 Da: http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/prampero-di-giacomo/
Esponente della nobile famiglia di Prampero, primogenito del senatore Antonino e di Anna Kechler, nacque a Udine nel 1876. Adolescente, lasciò quella città per motivi di studio: frequentò il liceo nel collegio dei barnabiti di Lodi e intraprese poi la carriera militare come ufficiale di cavalleria. Nel 1904 sposò Bianca del Torso, da cui ebbe due figli, Antonino e Artico, morto in Albania nel 1941 e medaglia d’oro. Dopo quattordici anni di servizio, ottenne l’aspettativa dall’esercito e si stabilì definitivamente in Friuli, alla cui crescita culturale, economica e sociale dette costante apporto in un dialogo costruttivo con il padre e con personaggi eminenti quali Pier Silverio Leicht, Francesco Rota, Eugenio Linussa, Pio Paschini, Giuseppe Vale, Piero Pisenti, Elio Morpurgo. Dal 1911, oltre alle private occupazioni e a una vasta produzione di studi editi ed inediti sulla storia locale e sull’archivio di famiglia, P. ricoprì ruoli direttivi o di controllo nelle più importanti istituzioni a carattere locale o nazionale. Fu il primo presidente della Società filologica friulana, dalla cui carica nel 1925 si dimise per la nomina a commissario prefettizio aggiunto del comune di Udine. Ai prodromi della grande guerra, si fece richiamare in servizio e visse gli eventi bellici, la liberazione di Gorizia e l’evacuazione dopo Caporetto in qualità di commissario militare di Gradisca (risalgono ad allora i duraturi legami con D’Annunzio, Ojetti e Barzini), poi per malattia contratta al fronte fu capo del servizio informazioni. Al termine del conflitto ottenne la promozione, la croce al merito di guerra, la medaglia di bronzo. Postosi in congedo permanente, nel 1919 si trasferì nella villa di Tavagnacco (Udine), che ripristinò dopo i saccheggi del periodo bellico. Fu legionario di Fiume, partecipò alla marcia su Roma, ma devoto ai Savoia, abbracciò il fascismo solo quando non fu antitetico alla monarchia, per distaccarsene poi nel 1928. Nel 1924 venne insignito della cittadinanza onoraria di Gradisca; nel 1925 divenne cavaliere della Corona d’Italia. Morì a Tavagnacco nel 1953, provato nei sentimenti e negli averi anche dalla seconda guerra mondiale, ma apprezzato per le sue cognizioni in svariati campi (politica, biblioteconomia, caccia, scherma, tiro, equitazione, scienze occulte) e per la sua dirittura morale.
Marisanta de Carvalho di Prampero 
Pisana Di Prampero Vittoria Di Prampero Pisana Caiselli figlia di Francesco.
Ebbe una dote di 12000 Ducati.
1746 1810 Antonino Di Prampero 64 64 Bianca Del Torso Antonino Di Prampero 1 Mar 1907 19 Mar 1941 Artico Di Prampero 34 34 da: http://www.treccani.it/enciclopedia/prampero-artico-di_(Dizionario-Biografico)/
PRAMPERO, Artico, di. – Nacque a Milano il 1° marzo 1907, figlio primogenito del conte Giacomo Carlo di Prampero e di Bianca del Torso.
La famiglia apparteneva all'antica nobiltà feudale friulana, attestata fin dal XII secolo, e tradizionalmente legata alla carriera delle armi. Il nonno Antonino era stato ufficiale di carriera e poi senatore del Regno.
Laureato in economia all’Università di Venezia, nel gennaio 1930 Prampero venne ammesso alla Scuola militare Teulié di Milano, che fra 1921 e 1942 fu uno degli istituti deputati alla formazione degli ufficiali di complemento dell’esercito. Nel luglio dello stesso 1930 fu promosso sottotenente e iniziò il servizio di prima nomina presso l’8° Reggimento alpini di stanza a Udine; venne congedato nel febbraio 1931. Nel 1935 fu promosso al grado di tenente e nel 1937, inquadrato nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) con il grado di capomanipolo, partecipò come volontario al corpo di spedizione – Corpo truppe volontarie (CTV) – voluto dal governo fascista per partecipare a fianco dei franchisti alla guerra civile spagnola.
L’evoluzione della Missione militare italiana in Spagna – decisa da Benito Mussolini all’indomani del golpe contro il legittimo governo della Repubblica – nel più consistente CTV fu rapida: entro il febbraio 1937 vennero inviati nella penisola iberica quasi 50.000 uomini (30.000 della MVSN e 20.000 inquadrati nella divisione Littorio dell’esercito). Il ricorso su larga scala alla Milizia fu imposto dalla necessità di organizzare un corpo di spedizione in poche settimane potendo ricorrere a un arruolamento – almeno formalmente – solo volontario. Non è chiaro perché un ufficiale di complemento già con una certa anzianità come Prampero decidesse di abbandonare l’esercito per transitare nella Milizia, considerata l’alta richiesta di volontari a domanda anche nei reparti regolari, soprattutto tenendo conto che tempi di invio e di impiego dei reparti al fronte, regole d’ingaggio, status (anche i reparti regolari erano considerati ‘volontari’, con il divieto di portare le stellette e i simboli del regio esercito), armamento e paga erano pressoché identici.
Prampero partecipò inizialmente alla campagna di Spagna come ufficiale della 851ª bandera (reparto equivalente a una compagnia) inquadrata nell’XI gruppo (battaglione) della 3ª divisione camicie nere, schierata sul fronte di Guadalajara nel marzo 1937, durante i combattimenti che videro il fallimento dell’offensiva franchista su Madrid. In questo settore, ottenne la sua prima medaglia di bronzo al valor militare (battaglia di Trijueque, 10-12 marzo 1937) per il coraggio dimostrato nel guidare gli uomini del proprio reparto all’assalto; a questa decorazione, in maggio ne sarebbe seguita una seconda e poi una medaglia d’argento l’anno successivo (fronte di Alcaniz, marzo 1938), quando Prampero aveva già assunto il comando della compagnia arditi dell’XI gruppo nell’ambito della ristrutturazione che il corpo di spedizione fascista aveva subito nel tentativo di far fronte alle evidenti inefficienze della sua organizzazione. Nel novembre 1938 venne rimpatriato e si congedò dalla MVSN. Nella primavera successiva, nuovamente inquadrato tra gli ufficiali della riserva dell’esercito, rientrò in servizio nell’8° Reggimento alpini con cui prese parte all’occupazione dell’Albania nell’aprile 1939. Nuovamente congedato, tornò in Albania per riprendere servizio nello stesso reggimento nel giugno 1940, al comando della 212ª Compagnia del battaglione Val Tagliamento.
Insieme al resto della divisione alpina Julia, l’8° Reggimento alpini fu la punta di diamante dell’attacco italiano alla Grecia lanciato il 28 ottobre 1940. A differenza delle altre grandi unità, respinte dalla difesa greca molto più solida ed efficiente del previsto, la Julia penetrò in profondità in territorio nemico, attraverso il massiccio montuoso del Pindo fino a raggiungere Vovousa sul fiume Vojussa, oltre cinquanta chilometri oltre le basi di partenza in Albania. Gli alpini si trovarono così isolati in territorio nemico e furono costretti a una precipitosa ritirata (7-10 novembre 1940), durante la quale persero un quinto degli effettivi. Sorpreso dalla controffensiva greca, l’esercito italiano, mal preparato, male equipaggiato e guidato da un comandante incompetente (il generale Sebastiano Visconti Prasca, che sarebbe stato licenziato di lì a poco) si ritrovò a condurre una dura battaglia difensiva.
Durante la campagna invernale sui monti albanesi, Prampero si fece notare ancora una volta come comandante spericolato: fra 9 e 10 dicembre 1940, nel corso del disordinato ripiegamento generale delle truppe italiane che cercavano di guadagnare le proprie linee, guidò la sua compagnia all’assalto salvando l’intero battaglione dal pericolo di essere circondato dal nemico, fatto che gli procurò un’altra medaglia di bronzo al valor militare.
All’inizio del 1941, il battaglione Val Tagliamento venne dislocato sul fronte di Tepeleni, nell’Albania meridionale, con il compito di arginare le ripetute offensive greche. Tra l'8 e il 10 marzo, la compagnia guidata da Prampero venne coinvolta in una serie di aspri combattimenti: ferito una prima volta, egli volle rimanere in linea con i propri uomini, e venne infine ucciso da una granata nei pressi del monte Beshishtit, secondo la maggior parte delle fonti, nelle prime ore del 10 marzo 1941.
Alla memoria gli venne concessa la medaglia d’oro al valor militare. La caserma sede del comando dell’8° Reggimento a Udine è intitolata al suo nome. 
Fonti e Bibl.: M. Montanari, L’esercito italiano nella campagna di Grecia, Roma 1991, ad ind.; A. Rovighi - F. Stefani, La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola, I-IV, Roma 1992, ad indices; A. Bianchi - M. Cattaneo, I quaderni dell’Associazione nazionale Alpini, I, Il labaro dell’ANA e le sue medaglie d’oro, Milano 2011, pp. 300 s.  
Vittoria Besa Anna Di Prampero Bruno Di Prampero Costanza Di Prampero Pisana Di Prampero 1793 Pietro Enrico Di Prampero 1802 Carlo Di Prampero Canonico a Udine 1795 1879 Francesco Di Prampero 84 84 Luigi Di Prampero Caterina ~1830 Teresa Di Prampero Luigi Chiozza 1710 1770 Pietro Enrico Di Prampero 60 60 Livia Antonini figlia di Antonio 1745 Giacomo Di Prampero Canonico a Udine 1744 >1836 Margherita Di Prampero 92 92 1747 1826 Filippo Di Prampero 79 79 1750 1824 Francesco Di Prampero 74 74 1751 Alfonso Di Prampero "morto infante" 1751 Alfonso Di Prampero "morto infante" 1755 Taddea Di Prampero Monaca di Santa Chiara di Udine con il nome di Maria Angelica. 1712 Lucrezia Di Prampero 1707 1707 Elisabetta Di Prampero "Morta in fasce" Margherita Di Prampero 1668 1737 Gio Francesco Di Prampero 69 69 "In gioventù visse alla corte di Vienna" Tranquilla Franceschinis figlia di Nicolò 1676 Daniele Di Prampero 1674 Giacomo Di Prampero 1679 1681 Maria Di Prampero 2 2 1683 Bianca Di Prampero 1670 Ferdinando Guido Di Prampero 1671 Elisabetta Di Prampero 1675 Antonina Di Prampero ??? Franceschinis 1637 1688 Marcantonio Di Prampero 51 51 Margherita Porcia figlia di Ferdinando Guido 1669 Pietro Enrico Di Prampero "Generale e Governatore di Gaeta" 1677 1740 Giacomo Di Prampero 63 63 "Parroco di San Martino al Tagliamento e poi di Valvasone" Pictures\DiPrampero-AffreschiQuaglio.jpg Cappella della Villa di Prampero Affreschi del Quaglio Casato Di Prampero Casato Di Prampero a Torreano dal 1880 a Torreano dal 1880 Infermiera Volontaria, morta 08/12/1915 a Udine per Malattia Pictures\DiPramperoBianca.jpg Di Prampero Bianca Di Prampero Bianca Pictures\DiPramperoBruno.jpg Di Prampero Bruno Di Prampero Bruno Pictures\DiPramperoGiacomo.jpg Di Prampero Giacomo Di Prampero Giacomo Pictures\DiPramperoAntonino2.jpg Di Prampero Antonino Di Prampero Antonino Pictures\DiPramperoArtico.jpg Di Prambero Artico Di Prambero Artico Una genealogia Di Prampero, elaborata dal Joppi: https://www.sbhu.it/visualizzatore?folder=fondo_joppi%2Fj_mss_0716%2Fj_mss_0716_genealogie%2Fprampero_di Emanuela Di Prampero Decorato Medaglia d'argento al V.M. Sottotenente di complemento Reg. cavalleggeri di Monferrato morto il 15/11/1915 sul Podgora per ferite riportate in combattimento
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