Diagramma dell'Albero Genealogico : Buiese
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Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Figlio
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Genitore
Genitore
Genitore
Genitore
Figlio
Matrimonio (sette figli)
Matrimonio (un figlio)
matr. 08/04/1900
Matrimonio (quattro figli)
matr. 1892
Matrimonio (due figli)
Matrimonio (cinque figli)
matr. 1889
Matrimonio (tre figli)
Matrimonio (tredici figli)
matr. 1876
Matrimonio (nove figli)
matr. 1885
Relazione affettiva (un figlio)
Matrimonio
matr. 13/02/1936
Matrimonio
matr. 03/02/1905
Matrimonio
matr. 19/02/1925
Matrimonio
matr. 01/07/1921
Matrimonio
Matrimonio (due figli)
matr. 20/11/1925
Matrimonio
matr. 06/11/1919
Matrimonio
matr. 17/02/1934
Matrimonio
matr. 14/04/1922
Matrimonio
matr. 17/03/1922
Matrimonio
matr. 16/11/1923
Matrimonio
matr. 22/01/1930
Matrimonio
matr. 15/02/1926
Matrimonio
matr. 27/01/1925
Matrimonio (un figlio)
matr. 20/02/1811
Matrimonio (due figli)
matr. 14/08/1805
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio (due figli)
matr. 20/02/1775
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio
matr. 30/04/1806
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio
matr. 22/02/1745
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio (un figlio)
Matrimonio
Matr. 11/01/1644
1831
Angelo
Buiese
1837
Lucia
Zuccolo
figlia di Domenico
15 Aug 1876
Domenico
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 154.5
Torace: 85
Occhi: CERULEI
Dentatura: SANA
Colorito: BRUNO
1879
Luigia
Coccolo
figlia di VALENTINO e DRIUSSI MARIA
8 May 1862
Giovanni
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 166
Torace: 86
Occhi: GRIGI
Dentatura: GUASTA
Colorito: BRUNO
15 Sep 1896
19 Dec 1977
Antonio
Buiese
81
81
Tratti Somatici
Statura: 170.5
Torace: 89
24 Jan 1898
4 Oct 1972
Luigi
Buiese
74
74
Tratti Somatici
Statura: 169
Torace: 85
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
Angelo
Buiese
Lucia
Botto
1857
Giuseppe
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 166
1867
Luigia
Cuberli
figlia di ANGELO e FOSCHIATTI RACHELE
12 Oct 1891
5 Oct 1950
Angelo
Buiese
58
58
Tratti Somatici
Statura: 170
Torace: 88
Occhi: NERI
Dentatura: SANA
Colorito: BRUNO
11 Aug 1896
13 Feb 1967
Pietro
Enrico
Buiese
70
70
Tratti Somatici
Statura: 168
Torace: 87
10 Jul 1900
Gino
Buiese
14 Mar 1868
Santo
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 165
Torace: 86
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: BRUNO
13 May 1878
Leandro
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 162.5
Torace: 89
Occhi: GRIGI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
1826
Luigi
Buiese
Rosa
Mauro
15 Aug 1851
Angelo
Buiese
1857
Maria
Teresa
Malisano
figlia di GIOVANNI BATTISTA e FRESCHI ANNA
13 Jul 1879
31 Aug 1944
Luigi
Buiese
65
65
Tratti Somatici
Statura: 166.5
Torace: 86
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
23 Jul 1882
Amadio
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 158
Torace: 85
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
9 Nov 1887
26 Jan 1978
Giuseppe
Buiese
90
90
Tratti Somatici
Statura: 172
Torace: 87
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
Fondatore delle Distillerie Buiese.
"La storia delle Distillerie Buiese comincia nel lontano 1918 quando il capostipite Giuseppe, dopo un periodo di apprendistato presso la Fratelli Branca di Milano, decide di acquistare dai conti Miani un'antica distilleria e l'adiacente casa padronale a Ceresetto di Martignacco, località ai piedi di una delle più belle colline friulane. Ha così inizio la storia quasi secolare dei mastri distillatori Buiese, in cui ben tre generazioni si sono avvicendate, affinando e innovando tecniche e perizia per la produzione di grappe, distillati e liquori di primissima qualità. L'attenzione al dettaglio, la cura puntigliosa nella selezione delle materie prime, l'abilità e la passione dei mastri distillatori Buiese hanno determinato il conseguimento di premi e riconoscimenti sin dagli anni Venti. La crescita della Distilleria Buiese è stata continua e proficua. Nel 1962 il capostipite Giuseppe cede il passo al figlio Remo che, supportato dalla moglie Orlanda, si dedica con immutata passione e rinnovato entusiasmo a questa nobile arte. Lo stesso anno la distilleria si trasferisce a Martignacco, dove viene edificato il nuovo stabilimento e vengono rinnovati gli alambicchi, che permettono l'avviamento di una moderna produzione di grappa e acquaviti di frutta, realizzando inoltre lo spaccio aziendale. Diversi ampliamenti si sono succeduti nel tempo, fino al 1999, quando si realizza la costruzione dell'attuale distilleria, che vanta le migliori innovazioni tecnologiche oggi presenti sul mercato. Nel 2003 la guida della storica azienda viene ereditata da Cristiano che, mosso da una vibrante passione per l'affascinante mondo dei distillati si dedica fin da subito alla creazione di nuovi prodotti e realizza un nuovo magazzino d'invecchiamento. La ricerca dell'originalità e dell'innovazione è sempre stata un caposaldo imprescindibile della Distilleria Buiese. Nei primissimi anni Ottanta Remo Buiese sperimenta e sviluppa per primo in tutta Italia la creazione di una crema al Whisky, il “Capuccino®”, ad oggi l'unico liquore di questa categoria interamente prodotto nel nostro Paese. La ricerca nel corso del tempo assume un ruolo sempre più centrale: nel 2006 Cristiano Buiese avvia una proficua collaborazione con l'Università di Udine, creando il “Lusôr®”, un amaro del tutto originale nel suo genere. Viene prodotto mediante l'infusione per sei mesi di ben 17 tra erbe e spezie, che gli conferiscono un gusto inconfondibile e inimitabile. È uno dei rari amari realizzati senza l'aggiunta di alcun tipo di aroma naturale o artificiale, caratteristica che lo distingue se paragonato ad altri prodotti della medesima categoria. Nel 2012, grazie all'unione tra grappa e frutti mediterranei, nasce un nuovo esempio di innovazione: il liquore alla grappa “Esotica®”, che l'anno seguente sarà insignito della medaglia d'oro al prestigioso concorso mondiale “San Francisco World Spirit Competition” dove eccelle superando la concorrenza di altri 60 prodotti. Il perfetto connubio tra ricerca, tradizione e innovazione rende la degustazione di ogni prodotto Buiese un'esperienza che non ha eguali, un autentico viaggio alla scoperta del cuore incontaminato di questa antica e nobile terra che è il Friuli Venezia Giulia."
(da scheda Tripadvisor)
14 Nov 1889
23 Feb 1973
Evangelista
Buiese
83
83
Tratti Somatici
Statura: 171.5
Torace: 84
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
26 Mar 1860
Giovanni
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 161
1866
Erminia
Monino
figlia di GIOVANNI BATTISTA e BASSI LUIGIA
29 Nov 1887
Sigismondo
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 167
Torace: 82
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
Segni particolari: CICATRICE TEMPIA SX
1 Nov 1899
Ermenegildo
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 173
Torace: 89
6 Oct 1883
10 Oct 1883
Enrico
Buiese
4d
4d
Rosa
Buiese
9 May 1893
11 Jun 1973
Massimo
Buiese
80
80
Alla nascita è stato registrato come Gebaso Massimo e affidato alla levatrice.
E' stato riconosciuto dalla madre il 20/01/1895.
Tratti Somatici:
Statura: 171
Torace: 93.5
Occhi: GRIGI
Dentatura: GUASTA
Colorito: ROSEO
Segni particolari: PICCOLA CICATRICE PRESSO L'ORECCHIO DESTRO
1856
Giuditta
Buiese
1871
Luigia
Osso
figlia di PIETRO e D'ANTONI MARIA
7 Jan 1895
8 Aug 1968
Adele
Assunta
Buiese
73
73
10 May 1881
15 Jan 1886
Giuseppe
Buiese
4
4
5 Dec 1900
Guido
Buiese
1 Dec 1894
20 Apr 1895
Tranquilla
Buiese
4m
4m
13 Mar 1896
13 Mar 1896
Maria
Buiese
9 Apr 1898
9 Apr 1898
Maria
Buiese
17 Jan 1885
30 Aug 1947
Maria
Buiese
62
62
22 Apr 1893
Regina
Buiese
11 Mar 1891
Adele
Buiese
10 May 1886
Enrico
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 164
Torace: 82
Occhi: CASTANI
Dentatura: SANA
Colorito: ROSEO
Segni particolari: NEI GUANCIA SX
9 Oct 1889
9 Oct 1889
Teodolinda
Buiese
17 Jun 1875
27 Jul 1875
Valentino
Buiese
1m
1m
18 Aug 1880
20 Aug 1881
Pietro
Buiese
1
1
2 Jan 1895
Angelo
Pietro
Buiese
Tratti Somatici
Statura: 165
Torace: 88
8 Mar 1893
2 Apr 1893
Amabile
Maria
Buiese
25d
25d
28 Jun 1886
27 Jul 1970
Armellina
Buiese
84
84
29 Jun 1894
31 Mar 1895
Ermenegildo
Buiese
9m
9m
2 Nov 1877
12 Jul 1878
Giuseppe
Buiese
8m
8m
9 Jul 1891
9 Jul 1891
Lucia
Buiese
8 Sep 1890
Maria
Buiese
9 Jul 1891
11 Jul 1891
Sabbata
Buiese
2d
2d
Aurelia
Piccoli
20 Aug 1899
Rosa
Mesaglio
17 Sep 1883
Filomena
Codutti
1926
1987
Elsa
Buiese
61
61
Da: DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI FRIULANI
http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/buiese-elsa/
Nata a Ceresetto di Martignacco (Udine) nel 1926, in un ambiente nel quale spicca la personalità della madre che gestiva la piccola distilleria di famiglia, studiò a Venezia e a Parigi, perfezionandosi in lingua e letteratura francese con una tesi su Pascal. Fu poi insegnante a Udine, città dove visse con il marito Luciano Morandini, condividendone il percorso intellettuale e artistico. Grazie a Morandini si avvicinò «al mondo culturale che in quegli anni gravitava intorno alle riviste ‘Momenti’ e ‘Situazione’, seguendo il dibattito legato al neorealismo friulano e all’impegno per un rinnovamento militante» (Ciceri). Negli anni Settanta approdò alla scrittura edita dapprima in italiano: è del 1974 la raccolta Incerte sono le parole. La produzione in friulano è posteriore al terremoto del 1976, cesura che scuote interiormente al recupero della lingua, non come scatto emotivo legato all’appartenenza friulana (ricorda la B. di essere stata fino a un certo punto vicina al gruppo di scrittori di Ceresetto, fino alla nascita di «Risultive»), ma come «coincidenza, quasi il simbolo di una frattura», l’emergere di una «crisi» che ridefinisce, anche linguisticamente, un mondo interiore (Ciceri). Nel 1978 uscì così Tasint peraulis smenteadis [Tacendo parole dimenticate], a ridosso sono Lapsus del 1983 e Antielegie per Tea, dell’anno successivo. Una breve silloge, dal titolo Sette cadute in A minore, edita nell’autunno 1987, poco prima della morte, è inclusa in una cartella di incisioni di Nevia Benes, con introduzione di Luciano Morandini. Nel 1989 le è stata intitolata la Biblioteca civica di Martignacco e nel 2001, su iniziativa del DARS (Donna, arte, ricerca, sperimentazione), le venne dedicato un premio nazionale di poesia e un discorso al femminile sulla persona e la sua opera (Parole incompiuti segni), riconoscendone l’attenzione ai problemi riguardanti il mondo delle donne (oltre ad articoli e inchieste, la B. fu tra le promotrici del convegno La donna nella cultura e nella realtà friulana dal ’45 ad oggi, Martignacco, 1980). La scrittura di B. si misura con una sensibilità complessa e acuta e con riferimenti letterari che eludono confini angusti (rinvia in particolare ai simbolisti francesi). A un’immagine appartata e quotidiana corrisponde un «pensiero limato e stralimato, una rima infranta contro una dolorosa percezione del mondo» (Corbellini). L’esordio poetico ha così tratti maturi e stringenti. Vi si individuano già poli tipici e inquieti: la memoria della vita e del paesaggio friulano perduti, lo straniamento di fronte al ritmo della città; l’amore, come «vicenda di gioia e rimpianto», il gusto del ritratto che emana una «forza rigorosa piena di partecipazione e pietà» (Bàrberi Squarotti), e si fa esempio colmo di sofferenza e di dolorosa resistenza. Si vedano i versi sulla madre: «Sei stata una forza tu / come un incendio / hai bruciato i tuoi giorni nell’amore / grandi occhi verde mela / capelli neri come more». I titoli delle sezioni (Non troveremo i giorni sotterrati, In questa appena luce, Vorrei vedere gli occhi dei suicidi) rinviano alle difficoltà dei rapporti umani, al meccanismo della sottrazione, entro una tonalità elegiaca detta sull’orlo di una pienezza impedita («Non chiamare gelosia ridendo / con gli amici / questo terrore agghiacciante / aggrumante il sangue nelle occhiaie / di volgermi e trovarmi privata / di te / presenza non contaminata / in questo tempo acre di menzogna / cui nulla possiamo opporre / che la nostra disperante resistenza»). Il tema della morte spicca, non come resa ma come tensione e difesa dell’autenticità della vita, cui l’autrice partecipa («Invece di chiedere perché / vorrei cantarti il blues che ti piaceva […] e farmi ala a riportarti lieve / nella luce abbrividita dell’estate / in questa che per te non era vita / ma disperante vertigine di morte») dando la misura di una poesia «strenua, aspra, violenta, eppure capace di abbandoni dolcissimi, limpide evocazioni e invocazioni, colme di stupori, di grazia, di ruvide dolcezze» (Bàrberi Squarotti). L’ingresso nella letteratura in friulano ha i segni di una maturità poetica che abbraccia una lingua nativa prossima a «una perfetta koinè» (Ciceri), una lingua duttile che riesce a piegarsi senza forzature all’espressione di sentimenti e moti psicologici, grazie a uno stile raffinato e sicuro. Rienzo Pellegrini parla di «nitore stilistico come corrispettivo di un dato morale», non dunque una «cantabilità istintiva», ma «dominio e uso decente, padronanza della cadenza ritmica che può rinunciare alle pause superficiali della punteggiatura». La prima sezione di Lapsus è dedicata a Tea, giovane donna ricoverata in ospedale psichiatrico e morta a soli trentaquattro anni, i cui Quaderni pubblicati postumi (1975), ai quali Tea affida l’anelito all’incontro con l’altro attraverso la parola, giungono nelle mani di B. provocando un moto di solidarietà. Un frammento per Tea chiude, come lacerto denso di inquietudine, Tasint peraulis smenteadis, e si lega a Lapsus: «E tu malade di vite / il butul di rose dai tiei ains / ma dentri une tazze / di aghe invelegnade» [E tu malata di vita / il bocciolo di rosa dei tuoi anni / ma dentro un bicchiere / di acqua avvelenata]. Nell’introdurre questa raccolta Pellegrini mette in luce quanto tenuto nei titoli: la direzione verso un tu «magari muto» ha come contrappunto la «crisi linguistica», e continua a tessere un percorso che, pur non rettilineo, termina con la «resistenza aperta all’angoscia», con una forma di solidarietà che nasce dal non abbandono alla consapevolezza della solitudine. In ciò il dialogo impossibile con Tea (cercando «tal berdei des tôs peraulis / il fîl che mi puarti a cognossiti frute» [nel groviglio delle tue parole / il filo che mi porti a conoscerti bambina], per «savê il sium spaurît / che ti à siarade l’anime par simpri / in oris traviarsadis di tuessin» [sapere il sogno spaurito / che ti ha chiuso l’anima / in ore attraversate di tossico]), prendendo a «pretesto» i Quaderni, dà evidenza a un sentire che non è privilegio della malattia, ma dato esistenziale, e intreccia temi, situazioni e immagini che percorrono le raccolte di B., tra «disperante vertigine di morte», ritegno nell’espressione pur intensa degli affetti, corsa cieca del presente, e desiderio di un oltre mitico che intoppa con la vita: «‘o vorès usgnòt di lûs vistude / incuintri a’es stelis cjaminâ» [vorrei stasera vestita di luce / incontro alle stelle camminare]. Rifuggendo il descrittivismo ma mutuando un fraseggio melodico, la poesia di B. pone il lettore di fronte a un continuo interrogarsi, dove il contrasto campagna-città, il paese straziato dal sisma, il quotidiano vivere e pensare, tra «abbandono e nostalgia» (Faggin) sono resi con sintassi sapiente, metafore e simboli ricorrenti, volute difficili, ma non si chiudono alla delicatezza e alla sensualità di versi intimamente lirici («Rose di rosade tal mês des rosis / lidrîs inlidrisade tal scûr di me / a sflurî mistereôs maruscli / di macs indarintâz ex-voto» [Rosa di rugiada nel mese delle rose / radice inradicata nel buio di me / a fiorire misteriosa pianta pungente / mazzi inargentati ex voto]): la seconda parte di Lapsus compone un intenso canzoniere d’amore nella forma della corona calendariale.
Maria Cristina Cescutti
10 Jan 1928
15 Sep 2009
Luciano
Morandini
81
81
Da: DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI FRIULANI
http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/morandini-luciano/
Nacque il 10 gennaio 1928 a San Giorgio di Nogaro (Udine) da Domenico, disegnatore presso il genio militare di Udine, e Maria Pez. Nel paese natio visse l’infanzia e la fanciullezza evocate nel romanzo di formazione San Giorgio e il drago (1984) e nel Promemoria friulano (1998), sua autobiografia intellettuale e morale. Operazione non nostalgica, né idealizzante: M. rivendicava a sé l’incanto del bambino, ma già una percezione da “lettore operaio” brechtiano: «L’infanzia trascorsa a San Giorgio si configura come presa di coscienza di una realtà non certo idilliaca, lontana dalle roboanti affermazioni propagandistico-ideologiche del regime (delle quali, anzi, viene messa in evidenza tutta la discrepanza con l’effettivo ordine delle cose)» (Riva). Trasferitosi con la famiglia a Udine, si iscrisse al Liceo classico Iacopo Stellini. Scoppiata la guerra, dovette interrompere gli studi allorché fu reclutato dalla Todt; li riprese dopo la Liberazione e, nell’aspettativa di una palingenesi morale e sociale inaugurata dall’esperienza resistenziale, trovò nel personalismo di Mounier (che fu poi oggetto della sua tesi di laurea) una visione globale dell’uomo compatibile con il suo marxismo «poco intellettualistico, molto naturale, istintivo». Dopo il liceo, M. si iscrisse alla Facoltà di filosofia dell’Ateneo triestino e si accostò alla rivista torinese «Momenti» (1948-1954), voce del movimento neorealista, alla quale già collaboravano Dino Menichini, Mario Cerroni, Domenico Cerroni Cadoresi, Tosco Nonini, Alcide Paolini, Tito Maniacco e Arrigo Bongiorno. Il rapporto con «Momenti», scrisse poi nel Promemoria friulano, «rappresentò l’inizio dell’incontro tra intellettuali friulani e intellettuali delle altre aree nazionali. Fu un fatto importante, perché una terra contadina, isolata come il Friuli, intrecciava i propri freschi impulsi culturali e creativi a quelli di altre terre nazionali». Dall’esperienza della redazione friulana di «Momenti» nacquero nel 1955 i «Quaderni del Provinciale», collana di poesia cui dettero il loro apporto artistico anche i pittori, tra i quali Giuseppe Zigaina, Giovanni Toffolo detto Anzil, Enrico De Cillia, Emilio Culiat, Ugo Canci Magnano, e nella quale M. pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Terra d’amore, cui fecero seguito Fino all’arco dei monti (1956) e Monrupino (1958). A raccogliere l’eredità di «Momenti» fu la rivista, anch’essa torinese, «Situazione» (1955-1956), che fu testimone della lacerazione della cultura di sinistra in conseguenza del XX congresso del Partito comunista dell’Unione sovietica (PCUS) e dei fatti d’Ungheria; al suo interno il filone friulano fu «uno dei più costanti e consistenti difensori di una linea avversa ai neo e agli ismi – specialmente se volti a rinverdire filoni del decadentismo –, alle posizioni non costruttive (tale era ritenuta per esempio quella di Pasolini) e alle operazioni dell’industria culturale. E non è un caso che tutto questo veda protagonisti i friulani, la provincia, una realtà preindustriale in cui l’intellettuale poteva ancora ritagliarsi uno spazio per esercitare e difendere la propria funzione etico-civile» (Chiabudini). Nel 1958 «Situazione» fu sostituito da «la situazione», bimestrale di poesia e cultura diretto da Alcide Paolini con redazioni a Udine, Torino e Venezia; della redazione udinese M. fece parte con Paolini, Carlo Della Corte, Adolfo Diana, Paolo Venchieredo. «La rivista dimostrò, ancora una volta, la vitalità di una provincia intesa come luogo alternativo del Paese, suscitatore ed elaboratore di idee e progetti, non luogo chiuso, separato dal resto del mondo, riflettente l’angusto che in esso può esistere» (Promemoria friulano). La rivista, che visse sino al 1962, stabilì rapporti non solo con i principali poeti italiani, ma anche con molti stranieri, soprattutto sloveni. L’impegno intellettuale di M. gravitò in quegli anni anche intorno al Centro di ricerche culturali Piero Calamandrei di Udine, che diede vita alla rivista «Politica e cultura», codiretta da Loris Fortuna (che la finanziò) e da M., responsabile del settore culturale. Espressione della “vocazione europea” del Friuli, con redazioni a Lubiana, Parigi e a Düsseldorf (particolarmente fruttuoso fu il rapporto col mondo letterario jugoslavo), la rivista ebbe vita brevissima. Approdato Fortuna in parlamento, M. sperimentò la partecipazione alla politica attiva come capogruppo del Partito socialista italiano (PSI) nel primo consiglio comunale di centrosinistra di Udine, ma presto, deluso dalla prassi del partito, passò all’opposizione come socialista autonomo. «Risposta ad ogni scacco» fu per lui la poesia, «ma non in forma consolatoria… dolente per ogni soddisfatta irresponsabilità, per ogni dolce quiete, negatrice d’ogni ottimistica militanza». E intenso fu da allora il suo lavoro letterario. Cospicua la produzione poetica: Il coraggio della speranza (1958), Il prezzo (1962), Epistola inevasa (1969), Il linguaggio della tensione (1971), Dalle botteghe del vino (1971), L’aringa d’oro (1974), Le gabbie (1975), L’incubo di Ior (1975), Dalla domenica dei silenzi (1976), Lo sguardo e la ragione (1979), Sequenze elementari (1979), Infrantume (1986), L’albero di Mantes (1990), Fabula notturna (1996), Lunario dell’insonnia (2000), Berlusconiane (1995), Camminando camminando (2004), Lemmi in fila (2006), Voci (2008). Una sua Cantata al monco senza rima fu pubblicata nel libro di Pierluigi Visintin Romano il mancino e i diavoli rossi (2002). Col terremoto del 1976 si aprì per M. una breve parentesi di produzione poetica in friulano: nel 1977 venne pubblicata la piccola raccolta (dieci liriche soltanto) Il tai e âtri rubis nella collana “I librus di vie Manin 18”, così chiamata in riferimento al recapito spilimberghese del cenacolo di scrittori e poeti allora costituitosi, animato da Gianfranco Ellero. Oltre a M. ed Ellero, vi figurano Beno Fignon, Umberto Sarcinelli, Mario Argante, Ernesto Treccani, Elio Bartolini, Domenico Cerroni Cadoresi, Dino Menichini e Marcello Pirro. Alcune altre poesie friulane di M. entrarono a far parte di Piazzale con figure (1983). Avvicinatosi alla prosa nel 1984 con San Giorgio e il drago, pubblicò poi i romanzi Lo sfrido (1989), amaro bilancio del suo impegno politico e sociale, Gli occhi maghi (1992), incentrato sulla figura di Irene di Spilimbergo, e L’orologio di Saba (1996), in cui M. celebra, con evidente rispecchiamento, «il fascino di un poeta consegnato alla voce e al colore delle cose, fedele alla poesia ‘onesta’, di cultura ‘separata’, tormentato dalla febbre d’attingere la verità che gli giace al fondo». Dell’onestà della poesia di M. parlò Andrea Zanzotto introducendo Il linguaggio della tensione: «Non v’è altro termine infatti per definire meglio un atteggiamento (ormai raro) di fronte alla letteratura e alla vita, e poi il carattere di un’opera, in cui una illuminata tensione etica si coniuga con la forza liberatrice di uno sguardo puro sulle cose, sui fatti, sugli esseri». Nel 2007 ricevette il premio Scritture di Frontiera per l’opera complessiva nell’ambito del premio internazionale Trieste dedicato a Umberto Saba. M. fu anche direttore responsabile delle riviste «Zeta» e «Diverse Lingue», collaboratore come recensore e opinionista di riviste e quotidiani e curatore di programmi culturali per la Rai regionale e per Radio Koper/Capodistria. Sua prima moglie fu la poetessa Elsa Buiese, deceduta nel 1987. Molto apprezzato fu il suo insegnamento negli istituti superiori. Morì a Udine il 15 settembre 2009. Postuma è stata pubblicata la silloge poetica Il filo dei giorni (2010).
Mario Turello
Guglielmina
Cuberli
Ermellinda
Melchior
Sabina
Casarsa
8 Jun 1890
3 Oct 1973
Maria
Buiese
83
83
Massimo
Nazzi
Lia
Cuttinini
30 Oct 1891
3 Nov 1968
Rosa
Sialino
77
77
Eufemia
Fabbro
Elisa
Pisolini
Fiorenza
Franzolini
Elsa Clotilde
Morandini
1791
Giobatta
Buiese
1787
Sabbata
Malisano
figlia di Giovanni
12 May 1815
Antonio
Buiese
1815
20 Dec 1887
Rosa
“burgo”
Buiese
72
72
1779
Giuseppe
“burgo”
Buiese
Domenica
Turri
figlia di Giacomo
Giovanni
Buiese
1807
27 Nov 1871
Rosa
Buiatti
64
64
figlia di Federico e di Domenica
16 Oct 1872
22 Sep 1874
Maria
Buiese
1
1
29 Jan 1807
Maria
“burgo”
Buiese
Giovanni
“burgo”
Buiese
Anna
Turri
figlia di Protasio di Torreano
Remo
Buiese
Orlanda
Cristiano
Buiese
Gioseffo
“burgo”
Buiese
30 Apr 1806
Giacomo
“burgo”
Buiese
Teresa
Picilli
figlia di Giacomo di Vendoglio, abitante a Ceresetto
Angelo
Buiese
Gioseffo
Della
Buiesa
Sabata
Lauzzana
iglia di Giovanni di Torreano
Giovanni
Della
Buiesa
Giacomo
Buiese
Giacoma
Buiese
abita a Brazzacco
Valentino
Fante
figlio di Girolamo di Treppo Grande
L'anno di fondazione è il 1918, il luogo è Ceresetto di Martignacco, località ai piedi di una delle più belle colline friulane. Qui, dopo un lungo apprendistato presso le distillerie Branca a Milano, Giuseppe Buiese acquista dai conti Miani un'antica distilleria e l'adiacente casa padronale. Ha così inizio una storia lunga quasi un secolo, in cui ben tre generazioni di distillatori si sono avvicendate affinando e innovando tecniche e maestrie che già erano valse alla distilleria premi e riconoscimenti sin dagli anni Venti. Dopo il terremoto del 6 maggio 1976 la distilleria si trasferisce a Martignacco dove, sotto la guida prima di Remo poi di Cristiano Buiese, trovano spazio l'invecchiamento ed i nuovi impianti di distillazione.
Distilleria Buiese - Ceresetto
Casato Buiese
Casato Buiese
a Torreano
a Torreano
Casato Buiese
Casato Buiese
a Ceresetto
a Ceresetto
Casato
Codutti
Il poeta Luciano Morandini in un ritratto di Nino De Carne, 2002. Pictures\MorandiniLuciano-1928-2009.jpg
Morandini Luciano-1928-2009
Morandini Luciano-1928-2009
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Buiese Elsa
Buiese Elsa
1926-1987
1926-1987
Casato
Puppo
Casato
Lavia
Buiese Angelo
Buiese Angelo
Casato
Totis
Casato Della Buiesa
Casato Della Buiesa
da Caporiacco
da Caporiacco
Casato Buiese
Casato Buiese
da Caporiacco
da Caporiacco
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