Intervista a Ivan Ziraldo

1) Com’è nata la passione per la musica e la chitarra?

Ricordo che mia madre ascoltava musica alla radio ed io, pur piccolissimo, ne assorbivo le melodie. Mia mamma era appassionata di musica classica, ma amava anche Elvis Presley e la musica pop del suo tempo e a casa nostra la radio era sempre accesa. Questa mia passione è stata notata dai miei genitori che a undici anni mi hanno affidato al maestro Graziano Lauzzana perché mi formasse. La mia prima chitarra mi è stata regalata dai miei genitori, ma le altre me le sono acquistate da solo lavorando e scegliendo quelle che ritenevo migliori.

2) Quali sono i tuoi “maestri” musicali?

Prokofiev mi ha sempre ispirato. “Pierino e il lupo” è una storia musicale che si vive in contemporanea al suono musicale. Ascoltando Beethoven sento e provo sentimenti di sofferenza continua che mi pare di condividere con lui. John Coltrane, jazzista, usa un codice diverso per esprimere la sofferenza esistenziale, ma la matrice emozionale è la stessa. Il suo “A love supreme” l’ho sentito tantissime volte fino a quando sono riuscito a capire il suo senso distintivo. Ascoltare musica, per me, è ricerca ed approfondimento emozionale e tecnico. Poi Pat Metheny, chitarrista jazz che mi ha fatto capire quello che si può fare con la chitarra. Prima di ascoltarlo suonavo chitarra classica nei vari generi e con lui mi sono aperto all’esperienza jazz. Mi piaceva anche come compositore, ma soprattutto come musicista. Frank Zappa, maestro di creatività e di follia. Ultimamente mi sono avvicinato a Howard Shore e John Williams: il primo, compositore della colonna sonora dei film “Il Signore degli Anelli” e il secondo, compositore della colonna sonora di “Stars Wars”. Entrambi riescono a far immergere l’ascoltatore in questi mondi fantastici. La loro musica mi ha aiutato a comporre la mia “The Legend of Krampus”. Beethoven è comunque il mio faro musicale.

3) Quando hai iniziato a comporre e cosa ti ha spinto a intraprendere anche questa strada?

Già dopo le prime lezioni con il maestro Graziano ho sperimentato composizione con 4 o 5 note e poi, nel tempo, cercavo di spaziare con tutti i generi musicali. Mi piace comporre e suonare tanti strumenti sperimentando appieno le mie composizioni.
Quando frequentavo la Lizard di Fiesole i miei maestri avevano tutti pubblicato libri di chitarra e ho cominciato a leggere e a comprendere questo linguaggio. E’un linguaggio che conosco e quando leggo le composizioni musicali capisco subito cosa sta succedendo dal punto di vista armonico e percepisco il sentimento che l’autore voleva esprimere. Conosciuto il linguaggio, ho iniziato, in modo solitario, a comporre musica PROG (musica strumentale), Country, Musica Latina, Rock fino ad arrivare al genere musicale delle mie ultime composizioni. Quando compongo approfondisco e studio altri strumenti oltre alla chitarra, (pianoforte, violino, ecc…) per la necessità di comprendere e raggiungere l’armonia musicale del pezzo che voglio creare. Mi piace molto l’armonia in quanto a mio parere l’armonia musicale fluisce in modo più intenso ed emozionale negli ascoltatori.

4) Sei riuscito a produrre molti Album e CD e a valorizzare queste produzioni usando vari metodi di divulgazione. Attualmente proponi la tua musica gratuitamente sul web, perché questa scelta?

La musica sul web non è fornita proprio gratuitamente e non è tutta quella delle composizioni più raffinate e le scelte sono, spesso, affidate al mercato. Se ci affidiamo a Spotify e You Tube la musica non ha la definizione sonora di un CD, che presenta la musica per un ascolto con maggior dettaglio, dimensione e qualità rendendo appieno il progetto dell’autore o del gruppo progettuale. Su I Tunes si poteva comprare anche un brano singolo disperdendo la totalità del progetto musicale che sta dietro ad un disco. Questo tipo di approccio al mercato musicale è, a mio parere, carente e spaccia per musicisti anche persone e gruppi che non hanno conoscenze musicali approfondite.

5) Come vorresti fosse valorizzata la musica ed in particolare la “tua” musica in un contesto locale?

Io ho suonato molto all’estero e, se suoni bene, ti pagano, ascoltano la tua proposta e tutto procede senza problemi. Qui, in Italia, funziona in modo diverso. Ho sperimentato situazioni spiacevoli per mancata attuazione degli accordi presi. Io vivo di musica e quindi quando suono voglio essere pagato e presentare in modo significativo la musica che faccio. Credo nella mia professionalità e anche i concerti che ho tenuto in Friuli mi hanno gratificato per applausi e presenze. Io non ho amici “nel giro organizzativo” e forse per carattere e convinzione vado per la mia strada. A mio parere, se uno è bravo, va fatto suonare e va valorizzata la musica che compone, anche se la musica può essere “difficile”. Sarà il pubblico poi a decidere. Io suono e compongo per una mia esigenza personale e certamente mi piacerebbe far conoscere di più la mia proposta musicale, ma nel rispetto della mia professionalità e del mio progetto musicale. Fare concerti in teatro o in luoghi idonei consentirebbe occasione di educazione musicale e culturale utile a tutti perché il linguaggio musicale è linguaggio universale. Penso anche che la musica che propongo possa essere una delle tipologie musicali che possono coinvolgere e interessare persone di varie età.

6) La musica è un veicolo comunicativo universale che si trasforma nel tempo, ma che non cambia fondamenti, cosa vorresti far capire ad un giovane che volesse cimentarsi in questo campo artistico?

La musica è qualcosa di incredibile: ti fa ballare, ti fa riflettere, ti fa divertire, ti colpisce nel profondo. La musica fatta in modo giusto e pulito è una cosa meravigliosa. Per fare questo mestiere devi studiare moltissimo perché se non studi hai delle limitazioni di espressione. Devi saper trasmettere il linguaggio musicale conoscendo profondamente la musica e come funzionano gli strumenti. Comporre è utilizzare tutte le tue competenze, acquisite con uno studio approfondito, sperimentando in modo unico la tua idea progettuale che è insieme capacità tecnica e sensibilità emozionale e creativa. Bisogna tornare ad essere unici. L’unicità del fatto creativo fa crescere anche gli altri, ispira ad una comprensione più approfondita e apre a nuove possibilità. Studiare, studiare, studiare, darsi da fare e cercare di essere liberi, perché, secondo me, fare musica non è solo lavoro, ma il musicista vero è anche un tutt’uno con la sua creatività e sentimento. Occorre studio, passione, creatività e libertà di pensiero.

Ivan Ziraldo - musicista e compositore

Ivan Ziraldo - musicista e compositore