In memoria di Antonio

Vorrei vedere Budapest
– dicevi –
vorrei vederla, prima di morire:
ché qualche palazzo di Budapest
lo costruì mio nonno,
raccontavi

Tuo nonno partito bambino
– la madre senza volto,
ormai lontana –
le mani già affondate in tasche dure
i piedi ubbidienti alla strada
la strada
diretta
ai Balcani

Né altro confine che lingue
– accenti a scorticare ogni pensiero –
da attraversare
nel cammino
lento
come nel lento
di una processione,
solo tra orme d'orso e cieli bui:
ché tutto, allora, era Austriaungheria:

dalla sua terra ricca di miseria
fino ai Carpazi e alla Romania
e campi di frumento
come a casa
e terra rasa in fiori blu di lino
e fame eguale
in volti eguali al suo:

solo a sera la musica gitana
dal bivacco di uomini e cavalli
è lingua nuova,
lingua di violino
lingua che sa le note delle crepe
e se non dà dolore dà follia

ma poi se il sonno cala
è una collina
collina di castagni dietro casa
e nella casa voci di sorelle
e fette spesse di polenta gialla
e nella stalla il vitellino
– il solo –
che poi la febbre si è portato via

Infine strade larghe come prati
nella città che si spalanca,
nuova,
a fare quella meta così vera
nel nero della notte
nera eguale
sulle colline verdi del Friuli
e i tetti alti di Budapest, qui a est

Vorrei vedere Budapest
– dicevi –
vorrei vederla, prima di morire

E avevi nell'azzurro dello sguardo
orme di orso
e zucchero di cieli
come miniati dalla cataratta:

aperti e messi a nudo solo in te.

Antonella Sbuelz
Poesia tratta dalla Raccolta poetica "TRANSITORIA"
Raffaelli Editore 2011
Premio InediTO Colline di Torino, Borgo di Alberona,
Città di Forlì

Antonella SbuelzLa storia siamo noi – Le imprese dei migranti friulani con il profumo di casa nelle tasche.

Antonella SbuelzLa storia siamo noi – Le imprese dei migranti friulani con il profumo di casa nelle tasche.

Antonella Sbuelz
La storia siamo noi – Le imprese dei migranti friulani con il profumo di casa nelle tasche.

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La storia siamo noi – Le imprese dei migranti friulani con il profumo di casa nelle tasche.