Ricordare una pagina sanguinosa e di grande sofferenza è doveroso per formare in ognuno di noi una coscienza storica che consenta di capire quello che è avvenuto in queste e quelle terre. Non possiamo essere superficiali e cancellare il passato come cosa che non riguarda più o ricordare in modo strumentale fatti staccati dagli altri. Non si comprendono i fatti e le violenze avvenute senza una visione globale ed approfondita della nostra storia intrecciata alla storia delle terre slovene, dalmate ed istriane.
Abbiamo bisogno di leggere, conoscere ed approfondire gli antefatti, le cause e le conseguenze di queste tragedie senza opportunismi e visioni settoriali.
Il percorso della conoscenza di situazioni complesse è lungo e deve essere costruito con razionalità, spirito critico ed empatia umana.
Con questo link richiamiamo il post 2023 del Prof. Varutti che ci aveva proposto una chiave di comprensione e consigliato alcuni testi per approfondire.
Quest’anno proponiamo, sempre su consiglio di Elio, una poesia che esprime nella lingua madre i sentimenti degli esuli rispetto alla terra natia.
NO DIMENTICHEMO
Va per el ciel, de qua e de là girando,
un tochetin de luna
e, tra le frasche,
fis’ceta un rusignol ‘na serenada.
S’colto in silenzio e guardo,
posà sula finestra,
le stele lusigar nel scuro
mar de la note
e col pensier ghe mando
al tochetin de luna
‘na preghiera:
“Quando doman, in viagio,
ti rivarà sul mio paese,
carezime, te prego,
la cesa, el campanil,
la mia caseta.
Fermite un momentin,
solo un momento,
sora le tombe
del vecio cimitero e
basa una per una
le lapide e le crose
e dighe ai Morti, dighe
luna, te prego,
che no dimentichemo
Bepi Nider (Rovigno 1914-1992)
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