Nelle loro radici si affonda la storia delle genti, così una tradizione che si era persa da una trentina d’anni è tornata in vita nel piccolo borgo di via XXV aprile a Martignacco.
Un piccolo gruppo di amici, Angelo Floreani artista locale dalle indiscusse capacità pittoriche ed il figlio Simone artista poliedrico dalle grandi doti, Giuseppe Montalto da quasi due anni accolto affettuosamente dalla comunità di Martignacco nella casa che apparteneva alla signora Delfina nel cui cortile si celebrava la festa, Tonino Zuliani ed Adriano Del Negro generose memorie storiche della vecchia festa del borgo si sono trovati una sera e da subito hanno creduto che la festa dovesse rinascere e portare tra le vecchie case di sasso la musica, i profumi ed il vociare della gente laboriosa e felice del borgo.
Poche parole, il caro vecchio foglio di carta e la penna a sfera per scrivere le cose da non dimenticare e le idee da fare diventare realtà, un bicchiere di buon vino e tanta voglia di darsi una mano per fare rinascere quel momento di aggregazione che tutti, anche chi quelle feste antiche non le aveva vissute, sentiva come una cosa preziosa da tirare fuori dalla polvere.
Il borgo ha festeggiato la sua festa con una grande affluenza, oltre 150 persone hanno riempito il borgo di ricordi, storie e piacere di stare assieme. All’ingresso dei festeggiamenti un cartellone riportava le foto ingrandite delle vecchie feste, quelle che si facevano nei cortili delle case, volti sereni di persone che in molti casi non ci sono più ma che sono vive nei ricordi di tutti per il bene che hanno fatto nel borgo, per la loro laboriosità e per i loro caratteri forti di chi il giorno se lo guadagna a suon di fatica e calli sulle mani. Chi è venuto a visitare il borgo non ha potuto fare a meno di soffermarsi davanti a quelle foto e rimpiangere quei bei tempi in cui si socializzava con un mazzo di carte ed un bicchiere.
Le griglie hanno saturato l’aria di profumi e si è mangiato e bevuto al suono di una musica suonata dal vivo da Mauro, Steve, Claudia e Furio. Le loro note hanno fatto da cornice per l’intera giornata creando un’atmosfera inebriante che si è conclusa solo col buio. Ogni pezzetto di questa festa è nato per magia dalla passione della gente per le cose belle di un tempo che apparentemente perse danno invece ancora senso alle nostre comunità presenti.
Il borgo, come entità sociale viva ed appassionata, ha saputo unire tutti in un abbraccio che ha saputo fare coesistere il vecchio col nuovo , il passato col futuro, un futuro che c’è da scommetterci vedrà nuove edizioni della festa del borgo sempre più belle, partecipate ed inclusive.
Giuseppe Montalto
inserisci un commento