Profondo dolore per i numeri e le realtà a cui stiamo assistendo. Sbigottimento anche per i dati esplicitati nel Convegno formativo “Codice rosso nel riconoscimento e sostegno alle vittime di violenza domestica e sessuale” tenutosi in questi giorni all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine e riassunto brevemente da un interessante articolo del Messaggero Veneto del 22/11/22 a firma di Anna Rosso. L’articolo riporta dati precisi da cui emerge una tendenza all’aumento delle denunce e della casistica di donne bisognose di vicinanza e cura.
Alcuni dati: dalla Professoressa Lorenza Driul (direttore della clinica di ginecologia e ostetricia dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale) “… sono già 18 i casi di violenza sessuale registrati quest’anno (da gennaio al 20 novembre). L’andamento dai dieci casi del 2012 a oggi, è in aumento. … Claudia Danelon, procuratore aggiunto di Udine -, ci sono stati 173 interventi congiunti fra forze dell’ordine e psicologi per i casi più difficili, di questi 145 erano ascolti di minorenni e 28 di adulti. Nel periodo compreso tra il primo luglio del 1021 e il 30 giugno di quest’anno si sono verificati due femminicidi anche a Udine. E abbiamo avuto un totale di procedimenti iscritti per “Codice rosso” pari a 689 fascicoli, purtroppo in aumento rispetto all’anno precedente in cui erano stati 628. Per quanto riguarda la fattispecie di reato – prosegue il procuratore aggiunto -, molti sono maltrattamenti in famiglia (383). Segue lo stalking con 188, poi le violenze sessuali (118). … Infine sono state 29 le misure cautelari adottate, di cui 21 in carcere, 6 ai domiciliari e poi abbiamo allontanamenti e divieti di avvicinamento. …”
Molti i progetti partiti secondo i diversi obiettivi di riferimento, ma ancora lontana la consistenza delle risorse che servono. Abbiamo assistito al dibattito parlamentare del nostro paese e compreso i punti salienti delle due mozioni presentate.
Si sa quello che bisognerebbe fare. Buone le intenzioni e gli obiettivi, ma … vedremo cosa si attuerà.
La buona volontà delle Associazioni, dei Centri antiviolenza, dei protocolli del Codice Rosso, dei progetti di sostegno come il reddito di libertà, il maggior coinvolgimento delle forze dell’ordine, i progetti formativi delle scuole di educazione al rispetto (il Progetto RispettAMI coordinato dalle/dagli insegnanti dell’ITC Zanon di Udine è stato premiato con la Medaglia di merito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) e tanto altro, hanno avviato percorsi positivi e importanti, ma manca la diffusione e l’omogeneità.
I dati parlano, purtroppo.
Rabbia per le altre donne del mondo costrette nella loro libertà di esseri umani pensanti, violenze di tipo atavico nelle guerre. Un altro modo di vivere sembra lontano e a volte pensiamo irrealizzabile, poi vediamo le nostre sorelle cantare, scoprire i capelli, manifestare per la loro e la nostra libertà. La libertà è dentro le donne, verrà sempre fuori.
Abbiamo il dovere di chiedere, di stare vicino, di impegnarci in ogni modo.
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